Poesie sul Mare
La poesia del mare è semplicemente il suo suono. Tantissimi autori celebri ne hanno trovato ispirazione, ascoltando lo scroscio delle onde o semplicemente ammirandolo, riuscendo a comporre bellissime poesie sul mare che sono divenute famose grazie alle profonde emozioni e sensazioni che questa potenza della natura scaturisce nell’animo.
Il mare riesce ad ispirare e suscitare sensazioni uniche dove perdersi con la mente e dare spazio ai pensieri.
Le più belle Poesie sul Mare di poeti famosi
Una raccolta di poesie bellissime con un argomento comune: il mare. Calmo, immenso, romantico…ma allo stesso tempo forte, impetuoso e, quando vuole, letale.
Ognuno percepisce le emozioni in maniera assolutamente personale, così come ogni autore delle poesie hanno scritto vere e proprie frasi sul mare talmente profonde che anche da sole, estrapolate dal contesto, valgono come frasi ad effetto con un significato finito. mare: poesie dell’animo.
Ci sono alcuni tra gli autori che hanno preferito questo tema per i loro romanzi che hanno avuto un successo indescrivibile, tra questi possiamo citare il celebre Alessandro Baricco con il suo Oceano Mare e le sue fantastiche frasi che pagina dopo pagina fanno appassionare il lettore incuriosendolo a continuare.
Ancora…le poesie sul mare di Neruda hanno incantato e fatto innamorare i lettori che si sono immersi nelle sue opere.
Poesie mare…due semplici parole che insieme possono creare veri e propri capolavori.
Vi lasciamo a .. le più belle poesie sul mare selezionate da noi, adesso però tocca a voi immergervi in questa atmosfera e scegliere la poesia sul mare più emozionante..
Brevi Poesie sul Mare famose
L’uomo e il Mare
Sempre il mare, uomo libero, amerai!
perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
nell’infinito svolgersi dell’onda
l’anima tua, e un abisso è il tuo spirito non meno amaro.
Godi nel tuffarti in seno alla tua immagine;
l’abbracci con gli occhi e con le braccia,
e a volte il cuore si distrae dal tuo suono
al suon di questo selvaggio ed indomabile lamento.
Discreti e tenebrosi ambedue siete:
uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
mare, le tue più intime ricchezze,
tanto gelosi siete d’ogni vostro segreto.
Ma da secoli infiniti senza rimorso
né pietà lottate fra voi,
talmente grande è il vostro amore
per la strage e la morte,
o lottatori eterni, o implacabili fratelli!
(Charles Baudelaire)
Ha l’uomo quattro cose
che non servono in mare:
ancora, timone e remi,
e paura di naufragare.
(Antonio Machado)
Mare al mattino, cielo senza nubi
d’un viola splendido, riva gialla; tutto
grande e bello, fulgido nella luce.
Mi fermerò qui.
(Costantino Kavafis)
S’Ode Ancora il Mare
Già da più notti s’ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d’una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo;
ed anche questo lamento
assiduo di gabbiani:
forse d’uccelli delle torri,
che l’aprile sospinge verso la pianura.
Già m’eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora di me un eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.
(Salvatore Quasimodo)
L’oceano sonoro
Palpita sotto l’occhio
Della luna in lutto
E palpita ancora,
Mentre un lampo
Vivido e sinistro
Fende il cielo di bistro
D’un lungo zigzag luminoso,
E che ogni onda
In salti convulsi
Lungo tutta la scogliera
Va, si ritira, brilla e risuona.
E nel firmamento,
Dove erra l’uragano,
Ruggisce il tuono
Formidabilmente.
(Paul Verlaine)
Casa Sul Mare
ll viaggio finisce qui:
nelle cure meschine che dividono
l’anima che non sa più dare un grido.
Ora I minuti sono eguali e fissi
come I giri di ruota della pompa.
Un giro: un salir d’acqua che rimbomba.
Un altro, altr’acqua, a tratti un cigolio.
Il viaggio finisce a questa spiaggia
che tentano gli assidui e lenti flussi.
Nulla disvela se non pigri fumi la marina
che tramano di conche
I soffi leni: ed è raro che appaia
nella bonaccia mutatra l’isole dell’aria migrabonde
la Corsica dorsuta o la Capraia.
Tu chiedi se così tutto vanisce
in questa poca nebbia di memorie;
se nell’ora che torpe o nel sospiro
del frangente si compie ogni destino.
Vorrei dirti che no, che ti s’appressa
l’ora che passerai di là dal tempo;
forse solo chi vuole s’infinita,
e questo tu potrai, chissà, non io.
Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi.
Vorrei prima di cedere segnarti codesta via di fugalabile
come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga.
Ti dono anche l’avara mia speranza.
A’ nuovi giorni, stanco, non so crescerla:
l’offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.
Il cammino finisce a queste prode
che rode la marea col moto alterno.
Il tuo cuore vicino che non m’ode
salpa già forse per l’eterno.
(Eugenio Montale)
I Ricordi
I ricordi, un inutile infinito,
ma soli e uniti contro il mare,
intatto in mezzo a rantoli infiniti..
Il mare,voce d’una grandezza libera,
ma innocenza nemica nei ricordi,
rapido a cancellare le orme dolci
d’un pensiero fedele…
Il mare, le sue blandizie accidiose
quanto feroci e quanto, quanto attese,
e alla loro agonia,
presente sempre, rinnovata sempre,
nel vigile pensiero l’agonia…
I ricordi,
il riversarsi vano
di sabbia che si muove
senza pesare sulla sabbia,
echi brevi protratti,
senza voce echi degli addii
a minuti che parvero felici…
(Giuseppe Ungaretti)
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinitàe un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.
(Nazim Hikmet)
Mare
M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d’argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?
(Giovanni Pascoli)
Quella vela che s’appoggia alla luce,
stanca delle isole,
una goletta che percorre i Caraibi
verso casa, potrebbe essere Odisseo,
diretto a casa sull’Egeo
(Derek Walcott)
Arancione, oro e verde scintillavano sul mare…
l’acqua brillava di fuochi ultraterreni,
il silenzio incorniciava quella magica visione,
un silenzio che dava agli uomini l’idea d’esser sordi,
i sensi rapiti da quello scenario meraviglioso…
(Wilbur Smith)
Nella mia giovinezza ho navigato lungo
domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
(Umberto Saba)
Mare
M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d’argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?
(Giovanni Pascoli)
Mediterraneo
Antico, sono ubriacato dalla voce
ch’esce dalle tue bocche quando si schiudono
come verdi campane e si ributtano
indietro e si disciolgono.
La casa delle mie estati lontane,
t’era accanto, lo sai,
là nel paese dove il sole cuoce
e annuvolano l’aria le zanzare.
Come allora oggi
la tua presenza impietro,mare,
ma non più degno mi credo del solenne
ammonimento del tuo respiro.
Tu m’hai detto primo che il piccino
fermento del mio cuore non era
che un momento del tuo;
che mi era in fondo la tua legge rischiosa:
esser vasto e diverso
e svuotarsi cosi d’ogni lordura
come tu fai che sbatti sulle sponde
tra sugheri alghe asterie
le inutili macerie del tuo abisso.
(Eugenio Montale)
La Notte Nell’Iisola
Tutta la notte ho dormito con te
vicino al mare, nell’isola.
Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
tra il fuoco e l’acqua.
Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell’alto o nel profondo,
in alto come rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.
Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava,
come prima,
quando ancora non esistevi,
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
– pane, vino, amore e collera –
ti do a mani piene,
perché tu sei la coppa
che attendeva i doni della mia vita.
Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l’oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d’improvviso
in mezzo all’ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Né la notte né il sonno
poterono separarci.
Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d’acqua marina, di alghe,
del fondo della tua vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall’aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda
(Anonimo)
Aldilà
Al di là del porto
c’è solo l’ampio mare…
Mare eterno assorto
(Fernando Pessoa)
nel suo mormorare…
Come è amaro stare
qui, amore mio…
Guardo il mare ondeggiare
e un leggero timore
prende in me il colore
di voler avere
una cosa migliore
di quanto sia vivere…
(Fernando Pessoa)
Se solamente mi toccassi il cuore,
se solamente mettessi la tua bocca sul mio cuore,
la tua bocca sottile, i tuoi denti,
se mettessi la tua lingua come una freccia rossa
lì dove il mio cuore polveroso martella,
se soffiassi nel mio cuore, vicino al mare, piangendo,
suonerebbe con rumore scuro, con suono di ruote
di treno assonnate,
come acque vacillanti,
come l’autunno in foglie,
come sangue,
con un rumore di fiamme umide che bruciano il cielo,
suonando come sogni o rami o piogge
o sirene di un porto triste,
se tu soffiassi nel mio cuore vicino al mare,
come un fantasma bianco,
al bordo della schiuma,
in mezzo al vento,
come un fantasma scatenato, in riva al mare,
piangendo.
Come diffusa assenza, come campana improvvisa,
il mare spartisce il suono del cuore
mentre piove e si fa sera sulla costa solitaria:
la notte cade incontrastata
e il suo lugubre azzurro di naufrago stendardo
si popola di astri d’argento affievolito.
E il cuore suona come un’aspra conchiglia,
chiama, oh mare, oh lamento, oh disciolta paura
sparsa in disgrazie e in onde scardinate:
dalla sonorità il mare accusa
le sue ombre reclini, i suoi verdi papaveri.
Se esistessi all’improvviso in una costa lugubre,
circondata dal giorno morto
dinanzi a una nuova notte,
piena d’onde,
e soffiassi nel mio cuore di freddo pànico,
soffiassi nel sangue solitario del mio cuore,
soffiassi nel suo moto di colomba con fiamme,
suonerebbero le sue nere sillabe di sangue,
crescerebbero le sue incessanti acque rosse,
e suonerebbe, suonerebbe a ombre,
suonerebbe come la morte,
chiamerebbe come un tubo pieno di vento o pianto,
o una bottiglia che versa orrore a fiotti.
E’ così; e i baleni coprirebbero le tue trecce
e la pioggia entrerebbe dai tuoi occhi aperti
a preparare il pianto sordo che racchiudi,
e le ali nere del mare girerebbero intorno
a te, con grandi artigli e crocidii e voli.
Vuoi essere il fantasma che soffia, solitario,
in riva al mare il suo sterile, triste strumento?
Se solamente chiamassi,
il suo suono prolungato, il suo malefico fischio,
il suo ordine di onde ferite,
qualcuno verrebbe forse,
qualcuno verrebbe,
dalle cime delle isole, dal fondo rosso del mare,
qualcuno verrebbe, qualcuno verrebbe.
Qualcuno verrebbe, soffia con furia,
che suoni come sirena di nave guasta,
come lamento,
come un nitrito in mezzo alla schiuma e al sangue,
come un’acqua feroce che si morde e che suona.
Nella stagione marina
la sua conchiglia d’ombra circola come un grido,
gli uccelli del mare la disprezzano e fuggono,
le sue strisce di suono, le sue lugubri sbarre
si alzano sulle sponde dell’oceano solo.
(Barcarola – Poesie sul mare Neruda)
Poesia sul mare in rima
Il mare è un vero e proprio mondo appartato
agli occhi degli uomini.è spesso velato
Una piccola parte di questa realtà
colora di blu l’ immensità
splendide forme di pesci e di stelle
sembrano dolci come caramelle
il mare è infinito ,splendido e grandioso
cosi chiudo gli occhi ci penso e mi riposo