Proverbi Veneti
Indice
I migliori Modi di Dire Veneti
I dialetti sono un pezzo di storia che si tramanda di generazione in generazione e proprio per questo sono ricchi di tradizione e cultura. Le frasi in dialetto possiedono un grande valore artistico e culturale , essendo queste delle vere e proprie perle di tradizione che continuano ad essere utilizzate quotidianamente nelle nostre giornate, i proverbi infatti risultano attuali e con significati che calzano alla perfezione nelle circostanze della nostra vita di tutti i giorni. In Italia parecchi sono i proverbi famosi che sono divenuti celebri appunto perchè possiedono battute divertenti in dialetto che diventano quasi frasi cult utilizzate in tantissime occasioni. Proverbi Napoletani, Romani, Siciliani, Veneti o Calabresi..ognuno di questi possiede un repertorio unico e divertente che contiene modi di dire e detti popolari fantastici, degni di essere letti e , all’occorrenza, essere tradotti per poterli comprendere al meglio!
I detti veneziani sono molto celebri e qui di seguito vi proponiamo una divertente raccolta di Frasi in dialetto veneto seguite da una piccola traduzione che farà comprendere al meglio il significato delle frasi in veneto
Detti Veneti più belli
L’altessa l’è sa mesa belessa.
L’altezza è metà bellezza.
Se laora par vivar, no se vive par laorar.
Si lavora per vivere, non si vive per lavorare.
Ci mal capise, pexo risponde.
Chi mal capisce, peggio risponde.
Coà dura,mai paura.
Finché dura, nessuna paura.
Pitosto de laorar de gusto, l’è mejo magnar sforsai.
Piuttosto che lavorare volentieri è meglio mangiare sforzandosi.
Montagna scura piova sicura.
Montagna scura pioggia sicura.
A ci non beè el vin, che Cristo el ghè toga anca l’acqua
(A chi non beve il vino, che Cristo gli tolga anche l’acqua)
Pignatin picenìn, poche pape ghe stà.
In una piccola pignatta ci sta poca pappa.
Ogni butìn el riva col so fagotìn.
Ogni bambino arriva con il suo fagottino.
Finché l’alto se china, el basso el liga la fasìna.
Mentre l’alto (di statura) si china, il basso lega la fascina.
Ci somena vento, el cata sù tempesta.
Chi semina vento raccoglie tempesta.
Xe megio diventar rossi, che verdi.
Meglio diventare rossi (di vergogna) che verdi (di rabbia).
San Paolo ciaro Seriòƚa scura, de l’inverno no se ga pì paura; San Paolo scuro Seriòƚa ciara l’inverno xe ‘ncora par strada.
Se San Paolo (25 gennaio) è sereno e la Candelora (2 febbraio) è nuvolosa l’inverno è passato, se viceversa l’inverno non è ancora passato.
Ci ga piegore ga pèe
Chi ha pecore ha pelle’
No se dise vaca mora, se non la gà almanco on pel.
Non si dice mucca nera, se non ha almeno un pelo (nero).
A pagar e morir, ghè senpre tempo.
Per pagare e per morire c’è sempre tempo.
Da n’do è pasa na testa, el casso el fa festa.
Da dove è passata una testa, il cazzo fa festa.
El can de tanti paroni el more de fame.
Il cane che ha tanti padroni, muore di fame.
Na società la se fa en numaro dispari, tri iè massa.
Le società si fanno con un numero (di soci) dispari, in tre si è troppi.
Carta canta, vilan dorme.
Carta parla, villano dorme
Tenpo e paja e maùra anca le nespole.
Tempo e paglia e maturano anche le nespole.
Nel grande ghe sta el poco e anca el tanto.
Nel grande ci sta il poco ed anche il tanto.
Ci nasse sfortunà ghe pioe sul cùl anca a star sentà.
A chi nasce sfortunato, piove sul culo anche da seduto.
Rosso de sera bon tenpo se spera.
Rosso si sera, bel tempo si spera.
Candelora, de l’inverno semo fora, ma se piove e tira vento de l’inverno semo drento.
Candelora, siamo fuori dall’inverno, ma se piove e tira vento, nell’inverno siamo dentro.
Pitosto de un funeral col sol, l’è mejo un matrimonio co l’aqua.
Piuttosto di un funerale con il sole, è meglio un matrimonio con l’acqua.
La luna l’è busiara: quando l’è a forma de di la crese, quando l’è a forma de ci la decrese.
La luna è bugiarda: quando è a forma di ‘D’ cresce, quando è a forma di ‘C’ decresce.
Ci more el mondo lassa, ci resta el se le spassa.
Chi muore lascia al mondo, chi resta se la spassa.
No ghe sponsàr che straca.
Non c’è riposare che stanchi.
Caval che vinse, no’l se canbia.
Cavallo vincente non si cambia.
Tenpo, cul e siori, i fa quel che i vol lori.
Il tempo, il deretano ed i signori (i ricchi), fanno quel che vogliono
Morte de can, salute de piegora.
Morte di cane, salute di pecora.
Ci varda la luna casca in tel fos”
Chi guarda la luna cade nel fosso.
Doe se magna in tri, se magna anca en quatro.
Dove si mangia in tre, si mangia anche in quattro.
I putini sensa denti, i gà fredo de tuti i tenpi.
I bambini senza denti (ancora piccoli), hanno sempre freddo.
La palestra non l’è mia come la strada.
La palestra non è come la strada.
Quando l’è finio el vin, la va ben anca l’aqua.
Quando è finito il vino va bene anche l’acqua.
Ora che l’aqua la gà sugà el fién, uno de montagna el fa del ben.
Un montanaro farà del bene quando l’acqua asciugherà il fieno.
No ghe né re né papa, che no la fasa.
Non c’è né re né papa, che non la faccia (che non vada di corpo).
Pan inprestà le bon da renda.
Pane prestato è buono da rendere.
Pan roverso su la tola el ciama carestia.
Il pane girato a rovescio in tavola porta carestia
Se se va al molin, se se infarina.
Se si va al mulino, ci si infarina.
Proverbi Veneti Divertenti
El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!
Il saggio non sa niente, l’intelligente sa poco, l’ignorante sa tanto, l’imbecille sa tutto
pitosto che vansa,crepa pansa
Piuttosto che avanzi, crepi la pancia.
Ci magna more more ci no magna more crepa.
Chi mangia more muore, chi non le mangia crepa.
Se i aseni i gavesse le ale, i te daria da magnar con la fionda.
Se gli asini volassero, a te darebbero da mangiare con la fionda.
I ultimi sarà i primi…se i primi i gà creansa
Gli ultimi saranno i primi…se i primi hanno buona educazione.
Proverbi Veneti sulle Donne
Do fémene e ‘na séola le fa un marcà.
Due donne e una cipolla fanno un mercato.
S-ciopo, dona e cavài, no i se impresta mai.
Fucile, donna e cavalli non si prestano mai.
Quatro done e on oco le fa on marcà.
Quattro donne ed un’oca fanno un mercato.
Fora un putèl, dentro un vedèl.
Fuori un bambino, dentro un vitello.
(dopo il parto per rimettersi in forze, debbono avere una alimentazione abbondante)
Se no ghe fusse vento, né femena mata, no ghe saria mal tempo, né mala giornata.
Se non esistesse il vento né la donna dissennata, non ci sarebbe maltempo né brutta giornata
Proverbi Veneti sugli Uomini
I omeni par la parola, e i aseni per la cabesa.
Gli uomini (si prendono) per la parola, gli asini per la cavezza.
Un pare el mantien diese fioj, ma diese fioj non i mantien un pare.
Un padre mantiene dieci figli, ma dieci figli non mantengono un padre.